Maker sì, ma… Senza Farsi Male!

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Di Mario Rotigni

L’attivita’ di ogni maker o hobbista elettronico porta a contatto con una varieta’ di attrezzature, lavorazioni, grandezze fisiche, non prive a priori di un certo grado di pericolo. Questo articolo vuole portare a riflettere sull’argomento sicurezza, forse non sempre correttamente considerato in ambito hobbistico.

 

La cultura della sicurezza nelle attività quotidiane, lavorative ma non solo, è molto diffusa nel mondo anglosassone. Da un paio di decenni si sta meglio diffondendo anche nel nostro Paese, purtroppo spinta dalla necessità di ridurre gli infortuni sul lavoro che troppo spesso popolano le cronache. La legislazione ha costruito un articolato quadro di riferimento (vedi Riferimento 1), sostenuto anche da enti preposti alla capillare applicazione (vedi Riferimento 2). Volendo parlare quindi di sicurezza in attività lavorative o, come nel nostro caso, affini, è possibile trarre profitto da tale ambiente, senza bisogno di reinventare nulla, naturalmente tenendo presenti i differenti ambiti ed esigenze. Si procede anzitutto all’identificazione dei pericoli presenti nell’ambiente e nelle attività considerate. A ciascun pericolo è associata una probabilità di incidenti ed una gravità. La gravità tiene conto dei possibili effetti sulle persone. La combinazione di gravità e probabilità definisce il rischio. Il rischio è quindi tanto più elevato quanto maggiore è la gravità delle conseguenze dell’incidente e la probabilità che l’incidente stesso avvenga. La legislazione prevede che in ambiente lavorativo i rischi vengano valutati e documentati e si intraprendano poi tutte le misure opportune per ridurne al minimo probabilità e conseguenze. Gli interventi possono comprendere  formazione,  prescrizione di mezzi di protezione individuale (occhiali, caschi, guanti, calzature antinfortunistiche), modifica di impianti ed attrezzature o procedure di lavorazione. Precise  responsabilità vengono assegnate a persone che rispondono della corretta implementazione gestione e aggiornamento di documentazione e procedure. È interessante notare che la legislazione più recente assegna responsabilità anche al singolo lavoratore, in particolare nella segnalazione di situazioni di pericolo, nella corretta applicazione delle procedure di sicurezza e nello scrupoloso uso dei mezzi di protezione individuale ricevuti in dotazione. In questo articolo condurremo a grandi linee una analisi simile, cercando di identificare i principali rischi associati all’attività hobbistica, in particolare nel campo dell’elettronica. Non si pretende qui di costruire un quadro esaustivo ma di iniziare almeno di introdurre e sviluppare un’attenzione all’argomento sicurezza che dovrebbero diventare parte integrante del bagaglio culturale di ogni maker. Prima di iniziare, sono opportuni alcuni consigli di carattere generale. Quando ci si avvicina per la prima volta ad una nuova tipologia di lavorazione è meglio non fare da soli ma affidarsi al consiglio e sostegno di persone di persone già esperte. È possibile seguire corsi presso gli istituti professionali o gli istituti tecnici locali oppure frequentare un FabLab o specifici corsi introduttivi in qualche caso proposti da aziende commerciali. Anche le locali associazioni di modellisti potrebbero rivelarsi fonti preziose. Internet è certamente ricco di risorse anche in questo settore. In particolare cercando in YouTube si possono trovare istruzioni per praticamente qualsiasi tipo di lavorazione possa rendersi necessaria. Dal punto di vista sicurezza a parere dell’autore è meglio affidarsi direttamente all’interazione con persone fisiche, con maggiori possibilità di avere indicazioni pratiche e risolvere in modo veloce ed affidabile i propri dubbi. Un’altra raccomandazione fondamentale riguarda il mantenimento di un costante livello di attenzione e concentrazione sulle attività in corso. Questo è certamente garantito durante l’esecuzione di attività complesse e gratificanti, quali il debug di un circuito, ma viene facilmente disatteso nell’esecuzione di attività

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About The Author

Sono nato a Bergamo nel lontano 1958, 5 mesi dopo il lancio dello Sputnik, quindi già in Era Spaziale. Sono appassionato di elettronica dall'età di 12 anni circa. Il contagio è avvenuto, guarda caso, attraverso riviste regalatemi da un cugino più "anziano". Subito dopo il diploma in Elettrotecnica ho avuto la fortuna di trasformare la mia passione per l'elettronica in lavoro e l'avventura è ancora in corso 39 anni dopo... Mi sono occupato di progettazione e collaudo di componenti, schede, apparecchiature di produzione, strumentazione e sistemi. Non vi tedio con i dettagli, se siete curiosi potete trovarli nella mia pagina LinkedIn https://it.linkedin.com/pub/mario-rotigni/28/b74/9b3 Oltre naturalmente a molto studio autonomo, all'ITIS, al Politecnico di Milano ed alle molte occasioni di aggiornamento offerte dalle aziende per cui ho lavorato, sono state determinanti per la mia carriera esempio ed aiuto ricevuti da parte di molte persone (che colgo qui l'occasione per ringraziare). Consigli, spiegazioni, opportunità ricevute, attività insieme, tutto ha "allargato la mente", come si suol dire, aiutandomi ad avanzare in un settore nel frattempo letteralmente esploso e dilagato dai ristretti ma rigorosi confini dell'industria e della ricerca alle mani di tutti noi. Parte di questa rete di contatti, relazioni, sorgenti di informazioni sono anchele riviste di settore, amatoriali e, più tardi, professionali. Ricordo con piacere l'attesa dell'uscita della rivista preferita e la curiosità della mia adolescenza per quello che ci avrei trovato dentro, completamente imprevedibile in molti casi. Oggi mi fa molto piacere partecipare al tentativo di ricreare quelle stesse emozioni in altri, ragazzi e ragazze di ogni età, cosciente dei miei limiti ma desideroso di far trascorrere qualche bel momento e contribuire a consolidare e sostenere la passione che abbiamo in comune.

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